Sud: mons. Santoro (Taranto), “serve una forte strategia strutturale”, utile “a tutto il Paese”

“Per contrastare la crisi del Mezzogiorno è necessario andare oltre i patti locali, serve una forte strategia strutturale. Che serva non solo al Sud, ma a tutto il Paese. Stanziare dei fondi una tantum è sicuramente un primo passo, ma quello che manca è una riforma complessiva che offra uno sguardo d’insieme sui problemi sociali”. Lo ha detto monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, a margine del seminario organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori a Senigallia . “Le iniziative svolte dalla Chiesa – ha proseguito monsignor Santoro – non volevano sostituire il Governo, ma sono andate incontro alla gente. Sostengo che bisogna favorire il dialogo tra le istituzioni, non sostituirsi ad esse, lavorando in sintonia sulle emergenze. Sia sul tema dell’occupazione giovanile sia su quello della povertà”. L’ arcivescovo di Taranto ha poi parlato del prossimo referendum costituzionale di novembre, vero spartiacque del Governo. “Sul referendum – ha affermato il presule – serve maggiore partecipazione della gente, sia sul merito sia sul metodo. Ci sono sicuramente delle cose positive e tante altre da migliorare ma, più che il sì o il no, è importante spiegare bene qual è la posta in gioco. Non si tratta di un voto su Renzi, ma di qualcosa di più collettivo”. Infine, un messaggio anche sull’emergenza migranti che sta coinvolgendo soprattutto il Sud Italia: “Le politiche sui migranti sono frutto di una risposta all’immediato. Ma è evidente che i migranti da noi sono di passaggio, perché vogliono spostarsi nel Nord Europa. Il meccanismo dell’accoglienza può essere migliorato. A tal proposito, in direzione del cammino diocesano, ho studiato una proposta per aiutare tutti quei minori che sbarcano sulle nostre coste e che poi spariscono nel nulla: in accordo con il Tribunale dei minori, voglio lanciare l’affido temporaneo alle famiglie della città di Taranto dei piccoli migranti non accompagnati. La speranza è di favorire in questo modo la loro integrazione nella nostra società e garantirgli un futuro migliore”.

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