Papa Francesco: al pastore Traettino “l’unità si fa in cammino”

“L’unità si fa in cammino”: così ha commentato Papa Francesco dopo aver abbracciato l’amico Giovanni Traettino, pastore della Chiesa evangelica della riconciliazione. Nel pomeriggio di giovedì 8 settembre, il Pontefice ha ricevuto a Casa Santa Marta la visita di Traettino accompagnato da altri sei pastori: Geoffrey Allen (Brescia), Mauro Adragna (Palermo), Ernesto Bretscher (Torino), Franco Bosio (Caserta), Salvatore Interlandi (Marcianise) e Rino De Felice (Salerno). “Per ricambiare la visita che il Pontefice ci fece due anni fa a Caserta — ha spiegato il pastore pentecostale all’Osservatore Romano — abbiamo pensato di crescere nel dialogo dando un orizzonte comunitario ai nostri incontri, alzando cioè il profilo della nostra risposta e venendo a trovare il Papa come famiglia spirituale”. I sette ospiti con il Pontefice si sono raccolti in preghiera, tenendosi tutti per mano e recitando il Padre Nostro. Quindi il pastore Traettino ha preso la parola per ringraziare il Papa dell’occasione e per come, grazie a questi incontri, il dialogo tra le Chiese abbia avuto “negli ultimi anni un’accelerazione insperata”. Del resto, ha sottolineato, l’intento precipuo della Chiesa evangelica della riconciliazione è proprio “riconciliare i perduti, riconciliare i cristiani e riconciliare il mondo”.

Da parte sua, Papa Francesco ha sottolineato come certi passi — così come quelli intrapresi, ad esempio, con i valdesi o l’incontro con il patriarca Cirillo — sono cose che “ha sentito nel cuore”, e compiuto con spontaneità. Sono “passi”. E ha rimarcato: “L’unità si fa con i passi. In cammino”. Il Pontefice ha quindi aggiunto che se si chiede quale sarà il giorno preciso in cui ci sarà piena unità, la risposta è “il giorno dopo quello della venuta del Figlio dell’uomo”. Ai cristiani nel frattempo spetta di “pregare, pentirsi delle cose che non stanno facendo bene e camminare insieme”. Per il Papa, “quando ci sono cose brutte alle spalle si deve chiedere perdono”. E il perdono deve avere “lo stile di Dio”, che “dimentica tutto”. “Per noi — ha detto il pastore Traettino — tutto questo è una grazia. Sono convinto che Papa Francesco abbia fatto fare alla Chiesa un salto in avanti di qualche secolo”.

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