Papa Francesco: agli argentini, mettersi la Patria “sulle spalle”, per realizzare una cultura dell’incontro

Mettersi la Patria “sulle spalle”, per realizzare una cultura dell’incontro in cui “vivere con dignità” ed esprimersi “pacificamente” senza essere insultato, condannato, aggredito o scartato. Questo l’auspicio del Papa per gli argentini, in un videomessaggio inviato ai conterranei. Non è Francesco, non il Papa, ma Jorge Mario Bergoglio l’argentino a parlare nel videomessaggio al popolo dell’Argentina. Un figlio di quella terra che, afferma, vorrebbe “tornare” a visitare, ma al momento – dice – “non è possibile”. Non lo sarà nemmeno l’anno prossimo, per “impegni” già fissati “con l’Asia, l’Africa”: il mondo, riflette, “è più grande dell’Argentina”, quindi – constata – “bisogna dividersi” e lasciare al Signore di decidere “la data” opportuna. Per Francesco, spiega, quello argentino è il suo popolo e confida di viaggiare “con un passaporto argentino”. Sono convinto – afferma – che come popolo siate “il più grande tesoro che ha la nostra Patria”, raccontando della “gioia” che prova quando riceve lettere dall’Argentina, per cui prega costantemente.
È “l’amore verso la Patria” – sottolinea – che lo porta a chiedere “una volta di più” agli argentini di mettersi “la Patria sulle spalle, quella Patria che ha bisogno che ciascuno di noi dia il meglio di sé, per migliorare, crescere, maturare”. Solo così, ribadisce, si potrà conseguire “quella cultura dell’incontro” capace di superare tutte le “culture dello scarto”, che oggi nel mondo “si presentano da tutte le parti”. Al di là delle ricchezze naturali conosciute dell’Argentina – un “Paese ricco”, mette in luce – il patrimonio più grande rimane “il popolo”, che sa essere solidale, sa camminare “fianco a fianco”, sa aiutarsi, rispettarsi e che, quando “si sente male”, gli altri lo aiutano “perché il male passi”. Nell’Anno della Misericordia, il Pontefice esorta a compiere “tutti i giorni o ogni due giorni” le opere di misericordia corporali e spirituali. Infine, ha evocato due persone, Mama Antula e il Cura Brochero, che “hanno lavorato per la Patria e per l’evangelizzazione”.

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