
“L’unica grandezza nella Chiesa è di essere santi. E i suoi santi sono le colonne di luce che ci mostrano la via… d’ora innanzi apparterrà anch’egli a queste luci. E ciò che ci fu concesso solo per 33 giorni emana una luce che non può più venirci tolta”. Il 6 ottobre 1978 l’allora arcivescovo di Monaco e Frisinga, cardinale Joseph Ratzinger, così si esprimeva durante l’omelia del pontificale in suffragio di Giovanni Paolo I, ricordandone l’esemplarità. La citazione viene ripresa da Stefania Falasca, vaticanista e vice postulatrice per la causa di Papa Giovanni Paolo I, in un articolo pubblicato sul quotidiano “Avvenire” per l’anniversario della scomparsa del Pontefice. “Il breve pontificato di Albino Luciani – afferma Falasca – è tuttora segno ed esempio luminoso di quella continuità di speranze, che vengono da lontano e che affondano le radici nel mai dimenticato tesoro di una Chiesa antichissima, senza trionfi mondani, che vive della luce riflessa di Cristo, vicina all’insegnamento dei grandi padri e alla quale era risalito il Concilio”. Luciani è “un Papa attuale. E la sua grandezza è ancora tutta da riscoprire, per ricomprendere anche il presente. La sua causa di canonizzazione è stata l’inizio di questa riscoperta”.
La giornalista afferma: “Luciani non fu ucciso. È stato ucciso post mortem dall’assordante silenzio di quanti non hanno potuto trarre vantaggi personali in termini di potere, onori, fama e gloria dal suo fugace passaggio, dalla sua limpida e scarna testimonianza evangelica. Dal sussiego di un oblio storico e storiografico perché sfuggente agli incasellamenti, ai riscontri in chiave ideologica di quanti allora, come oggi, confrontano gesti e parole con la tabella dei valori stabiliti dai progressisti o dai conservatori”. Ancora: “È stato ucciso post mortem dal ridicolo accredito a certa fumettistica noir che ha speculato su una damnatio memoriae per la quale valgono le parole di Cristo agli scribi e ai farisei: ‘Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre’. Dalla morte di Giovanni Paolo I una fama di santità e di segni non artefatta, non montata, si è diffusa sempre più in crescendo spontaneamente e universalmente. La voce degli umili ha scalzato il silenzio. Hanno gridato le pietre”.