
È stata inaugurata ufficialmente oggi l’ottava edizione di Festival Francescano a Bologna, alla presenza di monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, dell’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, dell’assessore comunale al Bilancio Davide Conte e del presidente di Festival Francescano fra Alessandro Caspoli. Diverse sono state le conferenze che si sono succedute durante tutta la giornata. Lo scrittore e poeta Davide Rondoni, ad esempio, non ha usato giri di parole per dire ai giovani presenti alla sua lezione che l’identità non si misura con quello che si fa. Il perdono, ha detto il poeta, “è la dimostrazione del valore infinito della persona”. Con un taglio “al femminile”, Anna Pia Viola, che insegna Filosofia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, sulle note di Gianna Nannini ha invece sottolineato che “il coraggio di provare misericordia è non avere paura d’investire sulla tenerezza”. Piazza gremita soprattutto per il dibattito tra l’ex magistrato Gian Carlo Caselli e don Giovanni Nicolini, moderato dalla giornalista del Messaggero di sant’Antonio Sabina Fadel. Al centro del confronto la parabola del figliol prodigo. Attualizza don Nicolini, attivo nel carcere della Dozza: “Una società matura deve abbassare il giudizio. La paternità di Dio non è un tribunale severo… è solo un padre che vuole che i suoi figli tornino a casa”. Scherza Caselli: “Da magistrato mi sono sempre chiesto se dopo il giudizio di primo grado, al figlio toccasse un giudizio d’appello o, magari, di Cassazione!”. “La giustizia giusta è quella che mette la persona al centro – continua il magistrato che si è occupato a lungo di terrorismo e mafia -. Nel mio lavoro, come negli altri, anche con le omissioni si possono inquinare le coscienze”.