Sondaggio

Francia: il 67% vorrebbe una Chiesa cattolica più presente nelle periferie

Il 67% dei francesi ritiene che la Chiesa cattolica non sia sufficientemente presente nelle periferie e dovrebbe quindi esserlo di più. È il dato più significativo che emerge da un sondaggio commissionato alcuni mesi fa dai vescovi francesi e realizzato dall’Istituto Opinion Way su un campione di 1.200 persone maggiorenni. L’indagine, intitolata “Chiesa in uscita” è stata fortemente voluta dall’episcopato di Francia – ha spiegato il presidente dei vescovi francesi monsignor Georges Pontier – per capire come e dove rispondere alla chiamata dello “Spirito di Pentecoste” che spinge oggi i cattolici ad andare “laddove risiede il mistero del peccato, il dolore, l’ingiustizia. Laddove sono tutte le miserie umane”. Il 61% degli intervistati vorrebbe una Chiesa a fianco delle persone escluse dalla società come gli anziani soli e i senza fissa dimora e, per il 54%, nei quartieri popolari. Altissima (86,5%) anche la percentuale di chi pensa che la Chiesa abbia un ruolo da svolgere nella società mentre solo il 40% ritiene importanti le attività della Chiesa in rapporto alla fede. Un’altra rilevazione ha riguardato i luoghi in cui la Chiesa, nelle sue diverse articolazioni, è presente. Dalle 110 realtà coinvolte, emerge che i “luoghi” principali di azione sono quelli parrocchiali (31%), seguiti da ospedali, prigioni ed edifici scolastici (25%). Interessante notare come il 30% dell’azione sociale della Chiesa francese si svolge nei centri cittadini mentre il 17% nelle zone rurali. A beneficiare dell’azione sociale della Chiesa sono migranti e rifugiati (32,1%), famiglie (26,7%), persone sole e isolate (26,3%), giovani (19,1%) e persone senza lavoro (14,3%). Se ad essere impegnati in prima linea sono soprattutto gli adulti dai 51 ai 65 anni, risultano praticamente assenti i giovani: è attivo solo il 5% nella fascia 18-30 anni, percentuale che scende al 2% tra i giovanissimi under 18. Ovviamente il 90% lo fa gratuitamente per volontariato.