In merito alle voci secondo cui la Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone si ritirerebbe dall’impegno nel settore dell’accoglienza ai profughi, la stessa Caritas fornisce oggi alcune precisazioni. “La Caritas diocesana continua a essere fortemente presente nell’ambito dell’accoglienza alle persone richiedenti asilo. Lo fa a nome della diocesi di Bolzano-Bressanone, raccogliendo le indicazioni del vescovo, del Sinodo diocesano e del Vangelo (Ero straniero e mi avete accolto…)”. L’organismo ecclesiale “continua a gestire dieci centri di accoglienza che ospitano circa 450 persone. Intende concentrarsi sulla qualità del lavoro per l’accoglienza e per l’integrazione, nell’ottica del bene degli ospiti e delle comunità che accolgono, piuttosto che sulla semplice gestione di strutture”. “Oltre alla conduzione dei dieci centri di accoglienza la Caritas offre nel settore profughi altri importanti servizi, investendo risorse proprie e della diocesi: la Consulenza profughi a Bolzano, la mensa serale nei pressi della stazione, l’animazione e sensibilizzazione sul territorio provinciale con l’accompagnamento delle Caritas parrocchiali e delle parrocchie, la formazione dei volontari nei centri profughi, il lavoro di rete a livello nazionale e internazionale”.
Dalla fine del 2015 la Caritas diocesana – sotto la responsabilità di Paolo Valente e Franz Kripp – ha peraltro comunicato alla Provincia “la decisione di non aprire nuovi centri sotto la propria diretta gestione”. Si tratta di una scelta “che ha precise motivazioni”: “come già detto, la Caritas intende concentrarsi sulla conduzione delle dieci case che le sono affidate, lavorando ad una migliore organizzazione nell’ottica del bene degli ospiti, nell’accompagnamento legato all’uscita delle persone dalle case, nel miglioramento delle situazioni esistenti, in nuove forme di accoglienza (anche post-riconoscimento), nell’integrazione, nell’animazione della comunità sul territorio”; la Caritas ritiene “importante il coinvolgimento di altri soggetti, oltre a Caritas e Volontarius, nella gestione dei centri profughi, in modo da realizzare un coinvolgimento maggiormente plurale del terzo settore altoatesino”; la Caritas “ritiene che si debba uscire dalla logica dell’emergenza e che Provincia e Comprensori debbano cominciare a strutturarsi in modo da prevedere forme di accoglienza di persone richiedenti asilo nella prospettiva delle attività ordinarie”. La nota diffusa dalla Caritas presenta diversi altri rilievi e si conclude così: “Al di là degli aspetti quantitativi, l’impegno della Caritas diocesana e della comunità cristiana tenderà nei prossimi tempi ad aumentare e non certo a diminuire”.