Diocesi: mons. Parmeggiani (Tivoli), “prenderci cura di coloro che il mondo considera scarto”

“Essere servi, essere diaconi, vuol dire prenderci cura del prossimo, di ogni prossimo e in particolare di coloro che il mondo considera scarto”. Lo ha affermato ieri pomeriggio il vescovo di Tivoli, monsignor Mauro Parmeggiani, durante la celebrazione eucaristica presieduta in cattedrale per la solennità di san Lorenzo, patrono della città e della diocesi di Tivoli. Nell’omelia, Parmeggiani ha rilevato che “ci sono ancora – e sono anche qui, nella nostra Tivoli, vicinissima alla Capitale d’Italia – tanti poveri che non hanno di che nutrirsi o vestirsi, non hanno di che vivere”. Ma l’elenco è lungo: ci sono anche i “poveri di dignità”, quelli che “hanno venduto la loro libertà”, “i poveri che vengono da lontano”, “coloro che economicamente benestanti hanno perso ogni riferimento valoriale”, “i giovani che senza lavoro, senza speranza, senza progetti” e i “tanti anziani abbandonati e senza affetto”. “Guardando all’esempio di Lorenzo mettiamoci al loro servizio”, ha ammonito il vescovo che, parlando del martirio, ha aggiunto: “Il martire non è da confondere con il kamikaze che in nome di un Dio nel quale crede, muore e uccide brutalmente anche l’innocente che gli sta intorno”. “Quello – ha puntualizzato – chiamiamolo pure per nome e cognome: è un terrorista!”. Infine un appello alla comunione “vera e sincera tra di noi”: “dobbiamo tornare a servire l’uomo e a testimoniare il Vangelo senza diversificarci troppo nelle varie ipotesi teologiche, dottrinali, interpretative e culturali”. In serata, dalla Loggia di San Bernardino da Siena, in piazza Palatina, durante la processione con la reliquia di san Lorenzo, mons. Parmeggiani ha auspicato che “costruiamo ponti e non muri tra noi, seminiamo la cultura del perdono e pratichiamolo reciprocamente senza pugnalarci alle spalle come a volte può capitare”.

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