Informazione: don Maffeis (Cei), il nuovo contesto mediatico interroga i giornali Fisc

“Crediamo che il valore di un’informazione libera e seria rimanga la trama principale da mettere continuamente a punto e riaffermare”. Lo ha detto questa mattina a Roma don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, nel saluto ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio Cei con l’esecutivo della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) per “ripensare la presenza dei settimanali nelle diocesi”. Decisiva, per don Maffeis, rimane “la qualità del nostro modo di svolgere la professione nel presente, la capacità di offrire informazione onesta e originale, arricchita da chiavi di lettura che con lo sguardo dell’esperienza cristiana aiutino a interpretare quello che accade. Tutto questo è decisivo e, nel contempo, probabilmente non basta”. Queste testate sono impegnate in un radicale processo di trasformazione, “che a volte le rende barche di carta spazzate dalle onde della rete. Cambiano” e “non solo per problemi legati alle Poste, agli introiti pubblicitari e ai contributi governativi (che pur sono aspetti spinosi della questione). Cambiano perché sono cambiate le nostre giornate e la società in cui viviamo” e cambia “una cultura che, nella logica partecipativa, ai caratteri della verticalità, privilegia i tratti della orizzontalità e della flessibilità. Cambiano perché cambiano abitudini ed esigenze di lettura della nostra gente”. Per questo  all’edizione cartacea si sono affiancate altre piattaforme, “che non ne sono semplicemente la trasposizione in versione digitale” come Fb e Twitter. Un’informazione fatta di “testi essenziali e approfondimenti accurati, di foto, video, grafici, possibilità di interazione e di condivisione. È un contesto che ci interroga, rispetto al quale vogliamo condividere un percorso di riflessione e di confronto, che provi a mettere in luce la possibilità – l’opportunità – di alcuni passaggi concreti”.

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