Consultazione popolare

Colombia: Corte costituzionale, via libera al plebiscito sulla pace. I vescovi, “consultare il popolo è proprio di una democrazia”

La Corte costituzionale della Colombia, riunita lunedì in seduta plenaria, ha emesso il suo verdetto: il plebiscito per la pace, attraverso il quale i colombiani si esprimeranno sull’accordo tra Governo e guerriglia delle Farc, è pienamente costituzionale. Un sostanziale via libera da parte dell’Alta Corte alla consultazione, che si terrà probabilmente entro l’anno una volta messa la firma finale al trattato di pace. Firma che è attesa nel giro di qualche settimana. Di conseguenza, la consultazione potrebbe svolgersi tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. La sentenza stabilisce alcuni importanti criteri, a cominciare dal fatto la vittoria del Sì consentirebbe al presidente di inserire l’accordo in Costituzione, impedendo ad un eventuale successivo Governo di diverso coloro politico di mettere in discussione il trattato di pace. Al tempo stesso, una vittoria del No impedirebbe al Governo di reintrodurre l’accordo per via legislativa. Sia il Governo che le Farc hanno peraltro già dichiarato che si sottometteranno alla volontà popolare. Altra decisione importante è che viene inserito un quorum, pari al 13% del corpo elettorale, che dovrà essere comunque raggiunto dal Sì perché il plebiscito sia valido.  Sulla decisione della Corte arriva una prima reazione ecclesiale. Secondo il vescovo di Sincelejo, monsignor José Clavijo Méndez, “il fatto di consultare il popolo è proprio di una democrazia, e la Colombia è tradizionalmente un paese democratico. Penso che sia una buona cosa che il popolo si esprima sugli accordi. Una volta conosciuti i contenuti dell’accordo il popolo in coscienza saprà scegliere tra il Sì e il No”. Nel corso della recente assemblea plenaria i vescovi hanno insistito sulla necessità di una capillare informazione che preceda la consultazione e sull’importanza di un voto secondo coscienza. Conclude mons. Clavijo Méndez: “Tutti noi vescovi siamo d’accordo nell’orientare comunque il popolo, ma questo deve votare secondo coscienza”.