Il presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, monsignor Socrates Villegas, rompe il silenzio dopo i nuovi attacchi del neopresidente Rodrigo Duterte nei confronti della Chiesa: Duterte, che dice di aver subìto abusi da un prete gesuita quando aveva 16 anni, ha pubblicamente accusato i vescovi e preti filippini di ipocrisia, corruzione, abusi sui minori e di non rispettare il voto di celibato. In un messaggio intitolato “Comprendere il silenzio”, pubblicato sul sito della sua diocesi, l’arcivescovo di Lingayen-Dagupan, sottolinea “la virtù del silenzio” che non significa “codardìa”. “C’è virtù nel silenzio. C’è virtù nella parola – afferma -. Saggezza è comprendere quando è il tempo di fare silenzio e quando è tempo di parlare. Potete comprendere le mie parole se parlate il linguaggio del silenzio. Potete comprendere il mio silenzio se sapete come amare Colui che è nato una notte silenziosa”. “Il mio è il silenzio di Gesù di fronte all’arroganza di Pilato”, scrive: “Il mio è il linguaggio della pace che rifiuta l’oscura magia della vendetta. Il mio è il silenzio dell’attesa vigile perché il destino si compia. Il mio è un silenzio di rispetto nei confronti di chi ci considera come nemici ma per il quale preghiamo e chiediamo veramente per il bene e la felicità”. Di parere diverso l’arcivescovo emerito di Lingayen-Dagupan Oscar Valero Cruz, spesso critico contro il governo: “Non rimarrò in silenzio se vengono dette cose sbagliate contro la Chiesa – ha affermato -. Capisco che possa essere arrabbiato. Ma dovrebbe essere arrabbiato contro persone che fanno parte della Chiesa non con la Chiesa”.