
“In un territorio ferito da divisioni e conflitti, è prioritario essere innanzitutto un segno di unità, tra noi e con le altre comunità cristiane. Essere poi in dialogo franco e amichevole con le comunità religiose musulmane ed ebraiche”. È questa la vocazione della Chiesa Madre di Gerusalemme nella parole di padre Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino, in un’intervista rilasciata al sito del Patriarcato latino di Gerusalemme, nella quale delinea quelle che saranno le sfide del suo mandato. “È importante cercare di capire le situazioni complesse, senza avere fretta di giudicarle. Avere un cuore desideroso di incontrare tutti. Lavorare serenamente con tutti, senza distinzione e senza paura, per la giustizia e la pace. Coscienti che la soluzione dei problemi che affliggono il Paese è lontana – sottolinea l’ex Custode di Terra Santa – vogliamo stare dentro questa situazione con il nostro stile cristiano: sereno, senza paure, caparbiamente desiderosi di accogliere chiunque”. “Speranza, fiducia, coraggio” sono le parole chiave che l’amministratore apostolico rivolge ai fedeli della Comunità cristiana latina di Terra Santa all’inizio del suo mandato che avrà “un periodo di tempo limitato”. “È per me evidente – ammette – che non potrò fare nulla da solo, ma che la collaborazione di tutta la Chiesa, vescovi, sacerdoti e laici, sia prioritaria. Credo che il mio compito sia quello di aprire la strada, come Giovanni il Battista. Cercherò – conclude Pizzaballa – di creare subito un contatto con il clero locale, che è l’anima della diocesi, il seminario e la numerosa presenza religiosa. Ascoltare la vastità del territorio della diocesi, le sue complessità. Entrare dentro le situazioni, con umiltà e rispetto, e cercare di individuare insieme vie di soluzione”.