Clero

Fraternità San Carlo: mons. Camisasca a novelli sacerdoti e diaconi, “non disperdiamoci in mille cose”

“Siate il segno che la comunione portata da Gesù è iniziata già sulla terra e si dilata nel mondo chiamando ogni uomo a prendervi parte”. È l’appello che monsignor Massimo Camisasca, vescovo di di Reggio Emilia-Guastalla e fondatore della Fraternità San Carlo, ha rivolto ai novelli dieci sacerdoti e due diaconi che ha ordinato nel pomeriggio nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. I giovani, di età compresa tra i 28 e 35 anni, appartengono tutti alla Fraternità fondata nel 1985 su ispirazione di don Luigi Giussani e oggi presente con 33 case in 17 Paesi del mondo. Nella sua omelia, mons. Camisasca ha invitato i giovani ad “approfondire sempre di più con la vostra vita la scoperta dei doni che la vita comune fa alla Chiesa e ad ogni sua comunità, a vivere con letizia la bellezza dell’essere assieme fratelli, non per un gusto di comodità o di pura soddisfazione spirituale”. “Se nella vostra giornata non ci sarà uno spazio adeguato di preghiera e silenzio – ha aggiunto il vescovo – sarete come il sale che perde il suo sapore. Se nella vostra vita e nelle vostre case non si riaccenderà continuamente il fuoco della comunione, il desiderio e il gusto di essa, la bellezza del prendersi cura gli uni degli altri, prima o poi finirete per smarrire il senso profondo della vostra vocazione”. “Concentriamoci su ciò che è veramente necessario – ha proseguito – anche nell’uso del tempo: non disperdiamoci in mille cose, in mille tecnologie, dietro mille sollecitazioni”. Mons. Camisasca ha poi parlato delle tre promesse fatte dai giovani ordinati, cominciando dalla verginità: “Andare con Gesù significa amarlo con cuore indiviso, entrare in un ordine nuovo dell’amore in cui le cose e le persone iniziano a essere guardate e amate attraverso i suoi occhi che riaccendono nel mondo lo sguardo originario del Padre”. Infine l’obbedienza, con l’invito “ad affidarvi con gioia ai fratelli che vivono con voi e ai vostri superiori. L’obbedienza è la forma suprema dell’imitazione di Cristo, che fu obbediente al Padre”.