Jobs act francese

Francia: legge del lavoro. Mons. Brunin (vescovi francesi), “sospensione della legge per permettere il dialogo tra le parti”

“Non chiedo il ritiro della legge ma una sua sospensione per permettere a tutte le parti coinvolte – operari, imprenditori e responsabili politici – di mettersi attorno al tavolo dei negoziati e ascoltarsi. Ciascuno ha cose da dire e questo dialogo non ha avuto luogo prima della approvazione della legge. È ciò che fino ad oggi è mancato”. A chiedere la “sospensione” della legge sul lavoro della ministra Myrian El Khomri è il vescovo di Le Havre, monsignor Jean-Luc Brunin, presidente del Consiglio episcopale “Società e Famiglia”. Ieri a Parigi hanno sfilato contro la legge un milione di persone su invito di diverse organizzazioni sindacali. Altre manifestazioni sono in programma il 23 e il 28 giugno ma venerdì prossimo il segretario generale della CGT, Philippe Martinez – schierato nella lotta per il ritiro della legge -, si incontrerà con la ministra El Khomri. Il vescovo Brunin accoglie la notizia “positivamente perché è il segno di una ripresa del dialogo che non c’è stato da parecchie settimane”. “Penso tuttavia – aggiunge – che non sarà sufficiente avere un incontro tra il responsabile nazionale della CGT e la ministra perché penso che bisogna poter stabilire un dialogo istituzionale sulla questione del diritto del lavoro”.

E spiega: “Il governo ha presentato un progetto di legge. Lo ha poi discusso separatamente con le diverse organizzazioni sindacali ma non c’è stato un dialogo ampio alla presenza di tutti. Per questo ho lanciato un appello a titolo di presidente del Consiglio episcopale ‘Società e Famiglia’, per organizzare una ‘Grenelle del lavoro’ ispirandoci a quanto successe nel maggio 68, come simbolo cioè di una concertazione più ampia possibile in cui sono coinvolte tutte le parti. Tutti hanno diritto al lavoro e tutti devono essere ascoltati. Se non c’è dialogo, aumenta il rischio di scontro, di violenza. Si inasprisce l’intransigenza e si accentuano le radicalizzazioni. Solo il dialogo permette a tutti di esprimere le proprie esigenze e di poter individuare insieme il bene comune, il bene delle aziende e dei salariati per uno sviluppo economico del paese”.