Dopo un omicidio

Diocesi: mons. Seccia (Teramo-Atri), “riscopriamo l’importanza dell’educazione ai valori e testimoniamo la bellezza della vita”

“La vita quotidiana, apparentemente serena, non certo esente dalle normali preoccupazioni, si è trasformata in un macabro reality a causa dell’incapacità di dominare se stessi e la violenta reazione istintiva ha seminato morte! Come è possibile?”. A porsi la domanda sul settimanale diocesano “L’Araldo Abruzzese” è il vescovo di Teramo-Atri, monsignor Michele Seccia, dopo l’uccisione di un uomo avvenuta, ieri, a Giulianova, per un litigio nel traffico. “Si ha l’impressione di essere contagiati da un clima di violenza diffusa: dalle guerre che distruggono città e persone, ai focolai di manifestazioni agguerrite per rivendicazioni di parte o per esaltazioni di tifoserie contrapposte; dalle relazioni non mature regolate dalla gelosia possessiva, alle reazioni esagerate per un torto o una sopraffazione fatta o subita … intanto la vita umana diventa sempre più valore di poco conto!”, denuncia il presule, che ancora si chiede: “Sta tornando alla ribalta la condizione dell’uomo espressa nella massima hobbesiana, homo homini lupus? Rimaniamo increduli di fronte ai fatti di cronaca ma riflettiamo seriamente sulla brutalità e sull’aggressività che muovono azioni e gesti inconsulti, prima ancora di preoccuparci da che parte siano il torto o la ragione, magari limitandoci ad esprimere il nostro parere al bar con gli amici e chiudere l’argomento?”.
Il vescovo rivolge un invito: “Ognuno si chieda cosa fa per trasmettere segnali di buona educazione e vivere relazioni umane solidali autentiche. Verifichiamo se il nostro è diventato un linguaggio aggressivo, intollerante, egoistico”, ma soprattutto “riscopriamo l’importanza dell’educazione ai valori e testimoniamo con parole, azioni, impegno e convinzione la bellezza della vita che semina perdono, pace e rispetto dell’altro… chiunque esso sia! Gesù Cristo ci ha lasciato l’esempio più completo della non violenza!”.