Emergenza migranti

Profughi Ventimiglia: mons. Suetta, “l’uso delle norme deve essere dettato dall’umanità”

“Ci sono problemi che a mio avviso dovremmo affrontare con elasticità e con un uso delle norme dettato dall’umanità”. Sono queste le “regole” di comportamento da adottare in queste ore a Ventimiglia dove polizia, carabinieri e Guardia di finanza stanno mettendo su un bus alcune decine di migranti che da giorni erano accampati a Ventimiglia. A dettarle è il vescovo della città, monsignor Antonio Suetta, che ieri ha accolto in seminario una ventina di profughi. “La parola da dire è che bisogna guardare con coraggio e anche con fiducia all’uomo perché sovente i nostri calcoli e le nostre organizzazioni risultano essere disumane per cercare un bene che poi è un bene di pochi, che concentra ricchezza nelle mani soltanto di alcuni. Molte volte noi europei propagandiamo dei diritti che non sempre sono tali e poi quando concretamente abbiamo tra noi persone che sono calpestate nei loro diritti fondamentali che sono cibo, vestito, casa, lavoro, pace, sicurezza e incolumità, da una parte facciamo come se non li vedessimo e dall’altra le carichiamo su un pullman e le spostiamo altrove. Trovo che sia il segno di una grande sconfitta. Se solo proviamo ad immedesimarci nella loro avventura, quello che mi colpisce profondamente, è che dopo aver viaggiato così tanto, cercando una sponda di speranza, noi li rimettiamo in moto. Credo che sia una grave insensibilità”. Il vescovo ricorda le parole di Papa Francesco: “I poveri sono la carne di Cristo e i profughi non sono un pericolo ma sono in pericolo”.

Il vescovo ricorda poi che l’obiettivo finale di questi profughi è raggiungere la Francia. “Sull’atteggiamento della Francia – aggiunge – ci sarebbe molto da dire. Sovente i metodi utilizzati non sono all’insegna della correttezza, sia per quanto riguarda gli aspetti più formali e burocratici. Sappiamo che dei minori transitano e tornano con fogli dove sono stati registrati come maggiorenni. E poi dal punto di vista materiale i metodi non sono buoni: abbiamo soccorso persone mal menate dalla polizia francese che sono tornate indietro ferite e doloranti. Le hanno accolte i nostri medici e i volontari che li hanno portati al pronto soccorso. Abbiamo avuto anche queste situazioni”.