“La rivoluzione di Francesco: il linguaggio del Papa e i media vaticani”. È stato questo il tema al centro di un “dialogo”, promosso ieri pomeriggio alla Scuola superiore di studi umanistici (Università di Bologna), tra gli esperti Anna Maria Lorusso, Paolo Peverini, Isabella Pezzini e monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede. A coordinare l’incontro Patrizia Violi, direttrice della Scuola superiore di studi umanistici. “Fra le numerose innovazioni introdotte da Papa Francesco – ricordano i promotori dell’incontro – vi è anche la creazione con Motu Proprio di un dicastero che integri tutti i media vaticani. Già questa decisione basta, da sola, a esprimere tutta l’attenzione di questo Pontefice alla sfera della comunicazione – una sfera particolarmente interessante e potenzialmente controversa per chi da una parte ha l’onere di comunicare a tutto il mondo, tutte le età, tutte le identità, dall’altra potrebbe rivendicare l’immediatezza di una comunicazione ispirata, ovvero di una Parola che non ha i limiti dell’umano ma la potenza del divino”. Tra i vari interventi, sintetizza mons. Viganò, “è stata molto interessante la discussione sullo scarto tra l’enunciazione delle strutture produttive, ovvero i punti di vista previsti, e l’enunciazione di papa Francesco che disarticola tali punti di vista. Differenza e scarto che costruisce un effetto di senso e il grande coinvolgimento dei media”.