(Dire-Sir) – L’Indire ha presentato oggi, al centro congressi di Roma Eventi, il “Rapporto di monitoraggio e analisi dei prototipi di intervento territoriale”, in occasione dell’ultimo Comitato di sorveglianza del programma operativo nazionale ”Competenze per lo sviluppo” e ”Ambienti per l’apprendimento”. La ricerca prende in esame l’azione di contrasto alla dispersione scolastica precoce in aree territoriali a elevato rischio, che è stata realizzata negli anni scolastici dal 2013 al 2015 nelle quattro Regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). L’attività fa parte del ”Piano di azione coesione per il miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud” ed è nata per volontà dell’Agenzia per la coesione territoriale, in accordo con la Commissione Europea e in sinergia con il Miur, le Regioni coinvolte, il ministero dello Sviluppo economico, il ministero del Lavoro e il ministero dell’Economia. La dispersione scolastica da anni è un tema al centro delle politiche di istruzione e formazione promosse dall’Unione Europea. Nei triennio 2013-2015 al Sud sono stati 207 i progetti autorizzati e sviluppati contro l’insuccesso formativo, per un totale di 828 scuole coinvolte: 207 capofila (89 della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, 118 al secondo ciclo) e 621 istituti scolastici in rete (457 della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, 164 al secondo ciclo). A queste si aggiungono altri 810 enti del territorio tra amministrazioni pubbliche (165), associazioni no profit (621) e cooperative (24). I progetti hanno coinvolto complessivamente 51.116 studenti: di questi 47.293 (il 92,5%) hanno frequentato tutte le attività previste (25.425 maschi e 21.868 femmine), mentre 3.823 (il 7,5%) hanno abbandonato tutti i percorsi dei progetti. Alle iniziative sono stati coinvolti anche “target strumentali”, soggetti a cui indirizzare formazione o interventi dedicati per facilitare il raggiungimento degli obiettivi fissati dall”Europa contro la dispersione scolastica. Tra questi, sono stati individuati 7.208 genitori (84% madri, 26% padri), 6.632 docenti e 176 operatori del personale non docente. (www.dire.it)