“Tra i giovani in questi anni è accresciuta la consapevolezza che bisogna adattarsi, ma ai loro progetti non rinunciano. Rinviano il loro futuro per quanto riguarda la formazione di una famiglia o il lavoro sognato perché sono combattuti tra l’idea di adattarsi e il rischio che adattandosi troppo rimangono intrappolati”. È il quadro tratteggiato questa mattina da Alessandro Rosina, docente dell’Università Cattolica di Milano, presentando il “Rapporto Giovani 2016” ai responsabili degli uffici diocesani e regionali per le comunicazioni sociali riuniti a Roma. In questa situazione, ha osservato Rosina, i “millenials” chiedono “alla scuola competenze adeguate e di alto livello”. “Vorrebbero una formazione che non aiuti tanto a trovare lavoro ma che aumenti conoscenze e abilità personali”, ha aggiunto, sottolineando come questi aspetti caratterizzino “non solo la scuola ma anche il volontariato e il servizio civile”. Un altro aspetto riguarda “il riconoscimento dell’importanza delle nuove tecnologie”: “i giovani considerano l’informazione online più importante e alcune volte di maggiore qualità rispetto a quella cartacea, sicuramente superiore a quella televisiva”. Ma, ha osservato il demografo, “sono consapevoli che le nuove tecnologie, lo strumento che conoscono meglio, non sono quelle che possono produrre cambiamenti dello stato delle cose”. Inoltre, i giovani “sono disposti ad accettare un lavoro diverso dal percorso di studio” e attribuiscono “più importanza al reddito che all’autorealizzazione”. Un ultimo dato riguarda la volontà di mettere al mondo dei figli: “idealmente – ha detto Rosina – i giovani italiani vorrebbero tanti figli – più di due – quanti i coetanei francesi”. Ma “realmente sono disposti ad averne meno dei francesi. Il gap aumenta ancora per quanto riguarda i figli effettivamente messi al mondo: mentre in Francia aumentano rispetto ai figli che i giovani realisticamente prevedono, in Italia il numero diminuisce ulteriormente”. Per invertire la rotta, conclude Rosina, “dobbiamo capire i loro progetti di vita e dare loro gli strumenti per realizzarli”.