Profughi: scontri a Idomeni. Karakoulaki (giornalista), “la gente è disperata”, “risposta molto violenta dalla polizia”

Idomeni: profughi in fuga si riparano dai lacrimogeni della polizia macedone

“Era prevedibile che ci sarebbero stati scontri tra i migranti e la polizia macedone perché i profughi sono disperati e la tensione nel campo è molto alta perché sono bloccati a Idomeni da più di un mese”. Così Marianna Karakoulaki, giornalista greca che va ogni giorno al campo situato al confine greco-macedone, racconta e commenta per il Sir gli scontri tra la polizia macedone e i 3mila migranti che hanno cercato di rompere il recinto per passare in Macedonia ieri. “Ma nessuno si aspettava una risposta così violenta da parte della polizia di Skopje che ha tirato nuvole di gas lacrimogeni per otto ore consecutive e ha usato proiettili di gomma e granate, a volte mirando direttamente le persone”. A suo avviso, “tale atteggiamento è pericoloso e condannabile”. Infatti, il bilancio è di 300 migranti colpiti dai lacrimogeni e di altre ferite, mentre 23 poliziotti macedoni hanno ricevuto assistenza medica. “I profughi – spiega la Karakoulaki – hanno ancora la speranza che la frontiera chiusa sarà riaperta e potranno proseguire il viaggio”. “Loro non riescono a rendersi conto che la Macedonia sta applicando una decisione europea – aggiunge – e che anche se passassero, li fermerebbero in Serbia”. “La gente a Idomeni è stanca di aspettare e di giorno in giorno diventa sempre più aggressiva”. “I migranti non hanno niente da perdere, non possono tornare alle loro case – spiega la giornalista – e dicono: piuttosto moriremo a Idomeni, ma non torniamo indietro”.

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