Pedofilia: don Di Noto (Meter), “abusi in maggior numero in ambito intrafamiliare” e “i bambini non dimenticano”

“I bambini non dimenticano e rielaborano il trauma sessuale subito pur non identificando chi lo ha compiuto. E questo è doppiamente perverso, grave e devastante. L’abuso sessuale è una esperienza traumatica”. Lo afferma don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione Meter, in vista della XX Giornata bambini vittime della violenza, contro lo sfruttamento, l’indifferenza e la pedofilia che si terrà il 1° maggio. Don Di Noto punta il dito contro “il fenomeno della ‘infantofilia’” segnalando l’attività di un forum caratterizzato da “una serie di indicibili contenuti”. “Gli infantofili – spiega – hanno queste preferenze per età: 0-1 anno, 1-2 anni e 3-5 anni, questi ultimi bambini sono ritenuti già adulti”. “I neonati crescono, ma le violenze subite le ricordano. E la psicotraumatologia ribadisce che, a causa dell’origine della molestia, l’abuso sessuale intrafamiliare produce, in linea di massima, effetti più gravi di quelli prodotti da abusi avvenuti all’esterno del nucleo familiare”. “Non è una emergenza sociale – chiede don Di Noto – pensare che ci sono centinaia di neonati violati sessualmente?”. “Cosa deve ancora accadere per ritenere questo intollerabile fenomeno un ‘crimine contro l’umanità’, tra gli altri crimini?”, domanda il sacerdote, per il quale “nella maggior parte dei casi, gli abusi sessuali avvengono nell’ambito intrafamiliare e viene effettuata dai padri, in secondo luogo dai conviventi nel nucleo familiare (nonni, zii, patrigni) e, in percentuale molto minore, dalle madri (circa il 7/8% dei casi) e le sequenze delle foto di abusi su neonati ne sono la ineluttabile conferma”. Don di Noto evidenzia il “rischio di rendere gli abusi sui bambini, fenomeno marginale”. “Ma – conclude – lo sappiamo in tanti che non è così”.

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