Convegno Irc: mons. Crociata (Latina), “smascherare idolatria che tende all’appiattimento sulla dimensione materiale”

“Come al tempo di Gesù, anche nell’epoca della prima Chiesa a suscitare una reazione violenta è la minaccia non contro la religione come tale, bensì quella di fatto avvertita verso il suo gruppo dirigente”, così monsignor Mariano Crociata, vescovo di Latina – Terracina – Sezze – Priverno e presidente della Commissione episcopale per l’educazione, la scuola e l’università, durante l’omelia della celebrazione eucaristica che conlcude la prima giornata dei lavori al convegno nazionale degli Uffici diocesani scuola, Irc, università, in corso a Salerno fino al 13 aprile. “L’annuncio di Stefano, come innanzitutto quello di Gesù, viene a proporre la riscoperta della verità messianica e della interiore forza liberante di una religione ridotta a ostaggio e utilizzata per finalità che ne snaturano il volto originario – continua mons. Crociata -. Falsi testimoni e calunnie sono gli strumenti tipici di un assetto che non tutela ideali religiosi ma coagula interessi molto materiali per rimuovere la minaccia che rischia di scompaginarli. Oltre la condanna morale per il ricorso alla menzogna e alla calunnia, il rinnegamento dell’umano sta nel tradimento del senso della religione, non solo utilizzata per altri fini ma impedita di esprimere ed evolvere la propria intima vocazione e il dinamismo del proprio nucleo originario”. Analogo fraintendimento il vescovo trova nella pagina del Vangelo di Giovanni, “nella quale, posto tra il segno del pane moltiplicato e il discorso del pane di vita, viene presentato Gesù alle prese con lo smascheramento di un entusiasmo anch’esso strumentale, unicamente legato alla ricerca di vantaggi meramente materiali”. “Quanta esteriore attività religiosa o anche apparente ricerca nasconde, magari senza malizia o cattiva coscienza, finalità non religiose?”, si chiede mons. Crociata. “Anche oggi abbiamo bisogno di smascherare una idolatria che tende all’appiattimento sulla dimensione materiale che vorrebbe legittimare e strumentalizzare tutto – conclude mons. Crociata -. La logica del mercato e del consumo minaccia di mangiarsi lo spirito dell’uomo, la sua fede, il senso e la capacità dello stare insieme. La vita umana fiorisce là dove ritrova il suo punto unificante nella verità della relazione con se stessi e con i propri bisogni nell’orizzonte della relazione con Dio e con gli altri. Quello educativo e formativo è compito che scaturisce coerentemente da tali premesse di fondo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy