“Don Giuseppe Cacciami non era un sognatore, aveva un sogno. Cioè grandi visioni, grandi orizzonti, grandi respiri che lui ha espresso come sacerdote, come educatore e come giornalista”. Lo ha affermato Paolo Bustaffa, già direttore del Sir, nel corso della presentazione del libro “Più in alto più lontano – Don Giuseppe Cacciami sacerdote, educatore, giornalista” da lui stesso curato. Parlando del titolo dato alla pubblicazione, Bustaffa ha fatto riferimento a due icone: “la prima è tratta da un racconto di Marco Zacchera riproposto nel libro: don Giuseppe che cammina nella piazzola alberata accanto a San Vittore e aveva sempre con sé il brevario per la sua preghiera. Quando qualcuno si rivolgeva a lui la risposta era: ‘prima il mio dialogo con Dio, poi tratterò anche di questioni umane’”. “Quindi – ha aggiunto – l’immagine di un sacerdote con i piedi ben piantati per terra ma con il pensiero rivolto più in alto e più lontano”. “La seconda icona viene dal Monte Rosa, lui che era valsesiano. Mi ha fatto venire in mente la frase dell’alpinista Bonatti che diceva: ‘Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna”. “Si tratta non solo di una montagna fisica, ma anche interiore che ciascuno di noi è chiamato a scalare ogni giorno come faceva don Giuseppe”. Bustaffa ha anche ricordato la frase storica di don Cacciami: “si lotta”, “con la quale esprimeva la fatica di camminare verso l’altro”. “Non si può raccontare don Giuseppe solo con un libro”, ha concluso Bustaffa, che si è augurato che “dalla lettura di questo libro traiamo motivi per una maggior nostra presenza nella storia, nella vita quotidiana, sul territorio ma anche nel mondo. Questo don Giuseppe lo chiedeva sempre con grande passione”.