Pedofilia: don Di Noto (Meter), su Wikipedia una pagina dedicata a “pedofilia culturale”

“L’aspetto investigativo spetta alle forze dell’ordine, noi ci occupiamo del servizio di accompagnamento alle vittime e alle loro famiglie, a volte per anni, sempre in orari non d’ufficio ma ‘di umanità’”. Presentando questa mattina a Roma, presso la Radio Vaticana, il Report 2015 su pedofilia e pedopornografia, don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione Meter onlus, parla dei 400 volontari qualificati per un’attività che è “delicatissima”, richiede formazione e umanità ma anche discernimento per non scatenare una caccia alle streghe. Quest’anno, dice, “abbiamo accompagnato 73 vittime, 66 l’anno scorso, ma nel nostro libro ‘Abbiamo ritrovato la vita’ abbiamo parlato anche del percorso di un abusatore”. Don Di Noto spiega di non poter far vedere le immagini per non essere denunciato per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico ma osserva: “Se non si vedono non si può capire”, e racconta il dato raccapricciante di neonati legati, appesi, torturati, o di genitori che si fanno fotografare in atteggiamenti “ambigui” con i figli piccolissimi. In Italia, Paese che ha recepito la Convenzione di Lanzarote, la diffusione dell’ideologia pro-pedofila viene perseguita penalmente e i relativi contenuti oscurati, osserva Di Noto, ma purtroppo in molti altri Paesi “la pedofilia culturale rientra nella libertà di pensiero, come si può verificare nella pagina dedicata di Wikipedia”. “E’ soprattutto una battaglia culturale – avverte -, non dobbiamo lasciarcela sfuggire”.

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