Laudato si’: Tarquinio (direttore Avvenire), “reinterpretare il lavoro e lo spartito del tempo”

“Bisogna reinterpretare il lavoro e lo spartito del tempo, se vogliamo che l’ecologia non sia un modo di dire ma un modo di fare”. Ne è convinto Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, intervenuto oggi alla Camera alla presentazione del saggio di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, sulla “Laudato si'”. La parola del Cantico delle Creature su cui ha scelto di soffermarsi è la parola “vento”, che non indica solo le condizioni atmosferiche e metereologiche ma “il tempo che viviamo in ogni attimo. “La grande sfida attuale è che il tempo ci viene sottratto”, ha denunciato Tarquinio, secondo il quale ci troviamo “in una stagione in cui uomini e donne sono più liberi dalla schiavitù del lavoro, dalla catena di montaggio e dalla necessaria presenza per  molte ore sui luoghi di lavoro”. Tuttavia, per il direttore di Avvenire “questo non è un tempo liberato, anzi: il lavoro sta occupando tutti i giorni della settimana e concentra sempre più persone nello stesso tempo”. Fa parte allora di quella che il Papa, nella Laudato si’, chiama l'”ecologia umana” anche “la sfida di far sì che il tempo non  ci venga restituito come moneta che non possiamo spendere”, come “tempo dell’inoccupazione e dell’inutilità sociale”. “Governare questo processo perché il tempo diventi tempo liberato, in cui ci prendiamo cura di noi stessi, delle persone care, della terra su cui viviamo”, è la sfida che per Tarquinio occorre raccogliere per il futuro. Nella Laudato si’, “Il Papa parla di qualcosa di più grave dell’inazione: la politica subalterna alle tecnoscienze che a loro volta condizionano l’economia”. Secondo Tarquinio, si tratta di “una terribile tenaglia del nostro tempo, che stritola il nostro oggi e il nostro futuro”. L’ecologia, invece, “è un grande lavoro quotidiano da fare, che riguarda noi tutti, i nostri stili di vita che Papa Francesco ci chiede di cambiare. Ed è possibile, è una sfida che si può vincere”, se si hanno “politici con occhi che guardino al domani e anche mistici, persone cioè che sappiano vivere la dimensione verticale dell’esistenza. Perché è dall’alto che si riescono a vedere i veri contorni delle cose”.

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