Laudato si’: mons. Sorrentino (vescovo Assisi), “passare dalla divergenza alla convergenza”

Quella di Papa Francesco nella “Laudato si'” è “una grande proposta di riconciliazione fraterna e cosmica, che permette di passare dalla divergenza alla convergenza”. Lo ha detto monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, prendendo la parola nella Sala Regina della Camera dei Deputati al termine della presentazione del suo saggio dal titolo: “Laudato si’. Dal Cantico di frate sole all’enciclica di Papa Francesco”. Commentando la parola “Altissimo” con cui si San Francesco apre il Cantico delle Creature, Sorrentino – che al termine del suo intervento ha cantato il Cantico, come fa tutte le mattine da dieci anni – ha fatto notare che “è quando non facciamo i conti col mistero che uno si sente più alto dell’altro”, dando luogo ad una “gerarchizzazione sociale che arriva fino al dispotismo, sull’uomo e sulla natura”. “Quando, invece, prendi coscienza del mistero – ha proseguito il presule – ti senti uno con gli altri e puoi affermare: ‘non sono d’accordo con te, ma ti voglio tanto bene”. Altra parola-chiave del Cantico francescano è la parola “stupore”, che indica “la maniera in cui guardano le cose i bambini: è l’ universo che non finisce mai di stupirci, e che noi invece consideriamo qualcosa di scontato e di dovuto, a partire dall’impressione di essere noi i dominatori di esso”. “Senza stupore non ci può essere futuro per la custodia del creato”, ha ammonito Sorrentino: “si costudisce solo ciò che ci incanta, e quello che ti viene consegnato tu lo custodisci per consegnarlo alle nuove generazioni”. Papa Francesco, inoltre, ci chiede di “sostare sulle cose”, e questo per il vescovo di Assisi “è importante in una società che ci stressa, perché ha dimenticato che tutto è bello e tutto è regalo”. I due termini ricorrenti nel Cantico delle Creature – “Frate” e “Sora” – ci suggeriscono, infine, che “c’è una familiarità che ci coinvolge tutti, anche con le cose materiali, una fraternità che mette insieme cose e persone”.

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