Società

Convegno Bachelet: Vaccari (Rondine), per la pace favorire il dialogo tra le differenze. “Giovani possono aprire nuove vie”

“Come comunità Rondine, prendiamo spunto dalla Laudato si’ e cerchiamo di fare qualcosa insieme sul piano dell’interazione con gli altri e l’ambiente. Infatti  a Rondine, dove convivono giovani di tutte le religioni, è successo che tutti hanno deciso di celebrare le diverse feste insieme”, permettendo “di iniziare un dialogo interreligioso, e ha provato che anche le persone diverse possono convivere. Questa esperienza permette di capire che i paradigmi si possono cambiare per leggere realtà differenti che altrimenti ci sfuggono”. A dirlo è stato Franco Vaccari, presidente dell’associazione Rondine Cittadella della Pace onlus, durante il XXXVI Convegno Bachelet, in corso oggi a Roma, che ha testimoniato con numerosi esempi l’esperienza vissuta in questi anni nella piccola realtà nella provincia di Arezzo, candidata al Nobel per la Pace. “Se noi formiamo i giovani senza pregiudizi – ha spiegato Vaccari -, nasce una nuova storia e possibilità nuove. La nostra esperienza di Rondine ci insegna che i ragazzi alla fine cambiano la prospettiva, non vedono più l’altro, il diverso come un nemico. Un esempio recente è il racconto di una ragazza di Gaza che mi ha detto di aver avvertito per la prima volta la preoccupazione, durante i bombardamenti, non solo per la sua famiglia, ma anche per i suoi amici israeliani grazie all’esperienza di condivisione vissuta a Rondine”.
“Se – ha proseguito Vaccari – continuamo a legittimare che il nemico c’è sempre stato è sempre ci sarà o che la guerra c’è e sempre ci sarà, la strada sarà breve. Ma se invece ci dedichiamo a smontare l’inganno del nemico la situazione potrà cambiare”. Oltre allo studentato internazionale che Rondine attiva ogni anno, dal primo di settembre l’associazione ha creato una piccola classe di quarta liceo con ragazzi provenienti da tutta Italia. “Questi 17enni – ha raccontato il presidente Vaccari – stanno vivendo confrontandosi con i 30 laureati che sognano e studiano per diventare i leader del domani. I giovanissimi stanno inoltre incontrando personaggi ed esperti di politica, lotta alla criminalità e integrazione sociale. Questa esperienza dimostra che i giovani non sono affatto disinteressati o apatici perché basta che un gruppo di adulti li lasci esprimere per fargli aprire nuove vie”, ha concluso.