
“Mi dà un dolore immenso vedere che la gente cerca cibo tra la spazzatura”. Lo ha detto, conversando con i giornalisti in occasione della chiusura del Giubileo nella chiesa di “Nuestra Señora de Chiquinquirá” il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas. Il porporato ha messo in evidenza il grande sforzo, durante l’Anno della misericordia, fatto dalle parrocchie e dalla Caritas per attivare iniziative di solidarietà e distribuzione di alimenti e medicine, soprattutto per bambini e anziani.
Secondo l’arcivescovo, il tavolo di dialogo aperto tra il Governo e la Mesa de unidad democratica, con la facilitazione del Vaticano, “è molto importante”. Bisogna però “che ci siano subito risultati, che la gente veda che il dialogo porta a qualcosa di concreto”.
In effetti le parti in causa hanno deciso di proseguire nel dialogo e il primo punto in agenda è la possibilità di aprire canali umanitari, finora sempre negati dal Governo, per far giungere nel Venezuela in piena crisi economica ed umanitaria aiuti dalle organizzazioni internazionali. Pochi passi in avanti si registrano invece sulle principali controversie politiche, a partire dal referendum revocatorio chiesto dall’opposizione (che è però maggioranza in Parlamento) a proposito del presidente Maduro.
A questo proposito, un’altra voce si leva dall’episcopato sui media e sui social network della Conferenza episcopale. Mons. Mario Moronta, vescovo di San Cristobal, scrive infatti: “Oggi i dirigenti politici passano per la strada senza voltarsi ad ascoltare e a fare proprie le richieste della gente: la mancanza di alimenti e medicinali, l’alto costo della vita, la crescente insicurezza, la disillusione e la frustrazione. Il dialogo non deve solo occuparsi di situazioni di tipo politico, pure importanti e urgenti, ma soprattutto deve aprire le porte alla riconciliazione, al protagonismo del popolo, vero soggetto sociale”.