
“Non vogliamo considerarla una ulteriore riflessione sull’ideologia di cambiamento ma una preziosa occasione da vivere nella prospettiva ecclesiologica indicata da Papa Francesco di riforma della Chiesa, per evitare il rischio di avviare processi meramente estetici e autoreferenziali “. Così padre Luigi Gaetani, presidente della Cism (Conferenza italiana superiori maggiori), ha introdotto ieri pomeriggio a Rimini i lavori della 56ª assemblea generale che vede riuniti oltre 110 Provinciali italiani per riflettere sul tema della riorganizzazione delle province. Una revisione, ha precisato, che necessita di “un profondo respiro teologale e di comunione ecclesiale, che parta dal di dentro per poi arrivare alle strutture, per irradiazione”. Padre Gaetani ha invitato a una “lettura attenta e orante dei segni dei tempi e dei luoghi, che tenga presente le diverse anime culturali e religiose del nostro Paese”. Una nuova pentecoste possibile in grado di ravvivare i carismi per una loro coessenzialità. “Comprendere”, ha sintetizzato, “senza la pretesa di voler risolvere”, atteggiamento che richiede “formazione e riforma delle strutture che preparano clero e laicato per una Chiesa in missione”. Un’opportunità da collocare dentro l’orizzonte ecclesiale, per guardare avanti con speranza, “proponendo luoghi vitali sani, strutture più leggere, sistemi aperti capaci di generare fiducia e vita tra i membri e di raggiungere meglio l’umanità dove si trova”. Un processo che richiede la revisione delle norme di ciascun Istituto, preservandone radici spirituali e culturali, rivedendo i livelli di governo e il personale necessario per le sue esigenze. Un vero e proprio cantiere in fase sperimentale, dove è bene tener presente che “la vita religiosa è un sistema olistico in cui tutto è in relazione”. Tre, infine, gli interrogativi posti: siamo di fronte a un momento storico in cui la riorganizzazione resta uno degli elementi della riforma più ampia a cui siamo chiamati? Le strutture hanno forma profetica? È possibile lavorare al presente sulla convivialità delle differenze elaborando forme di partecipazione intercongregazionali affini per spiritualità e missione? Sulla scorta del Concilio Vaticano II, padre Gaetani ha concluso: “Non siano i numeri e le strategie di governo a frenare il senso di una vita spesa per il Vangelo, ma la presenza dello Spirito a far nuove tutte le cose”.