Migrazioni: Forti (Caritas), “capire cause populismi e nazionalismi per motivare proposta europeista”

“Siamo preoccupati per il clima razzista e xenofobo che si sta diffondendo anche in Europa. Però non possiamo cavarcela semplicemente stigmatizzando questi atteggiamenti ma cercando di comprenderli fino in fondo: se trovano sponda nell’opinione pubblica e nell’elettorato vuol dire che c’è qualcosa di più profondo”. È il parere, espresso al Sir, da Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, durante il seminario di studio Caritas, in questi giorni a Roma, sul tema “Per un’Europa no exit. Un’unione dei diritti, dell’accoglienza, dell’inclusione”. Stamattina è in corso una tavola rotonda sulla mobilità delle persone in Europa, sui flussi migratori e le politiche populiste. “È necessario il contributo di tutti – ha affermato Forti – per comprendere le cause che stanno portando gli elettori a votare sempre più destre xenofobe ed estremiste, che purtroppo abbiamo conosciuto nei decenni scorsi e sappiamo cosa hanno portato. Dobbiamo prevenire questa fase senza metterci in cattedra a giudicare ma cercando di dialogare per capire i problemi veri che animano le tensioni all’interno dei populismi e nazionalismi crescenti in Europa”. In questa Europa al bivio, ha detto Forti, “la strada da prendere è quella dell’ascolto. Non creare una dinamica di contrapposizione perché non serve a nessuno” ma “segnalare tutte le politiche visibilmente contrarie ai diritti delle persone” e “fare una profonda analisi per comprenderne le motivazioni”. “È vero che c’è un dovere dell’accoglienza – ha precisato – ma bisogna capire come gestire questo dovere in una Europa che evidentemente non è pronta a questa sfida. Forse negli ultimi decenni ci siamo illusi che ci fosse una Europa unita: stiamo scoprendo che non era così, con Paesi molto fragili nei loro processi identitari”. “Dobbiamo partire da lì – conclude – per capire dove possiamo arrivare senza scandalizzarci troppo se qualcuno dice di non volere l’Europa, perché è probabile che abbia motivazioni da comprendere. Dobbiamo dare il nostro contribuito e portare le nostre posizioni di europeisti convinti con la capacità di motivare la nostra proposta: far capire cioè che dire sì all’Europa è un vantaggio per tutti”.

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