Giubileo
“Vi chiedo perdono per tutte quelle volte che noi cristiani ci siamo girati dall’altra parte”. È il passaggio più forte del “mea culpa” pronunciato dal Papa al termine del suo discorso, a braccio e in spagnolo, rivolto alle persone che sono senza una casa, nel primo momento giubilare a loro dedicato. “Vi ringrazio e vi chiedo perdono se qualche volta vi ho offesi con le mie parole”, ha esordito Francesco: “Vi chiedo perdono a nome dei cristiani che non leggono il Vangelo trovandone al centro la povertà. Per tutte quelle volte che noi cristiani, di fronte a persone povere o a situazioni di povertà, ci siamo girati dall’altra parte”. “È acqua benedetta, è pulizia”, per Francesco, trovarsi di fronte alle persone povere: “Vuol dire aiutarci a tornare a credere nel cuore del Vangelo”. “Tutti dobbiamo costruire una Chiesa povera per i poveri”, la consegna del Papa, che ha concluso l’incontro in Aula Paolo VI con una preghiera, sempre pronunciata a braccio: “Dio, padre di tutti noi, di ognuno dei tuoi figli, ti chiedo che ci dia la forza, la gioia, che ci insegni a sognare per guardare avanti, ci insegni a essere solidali perché siamo fratelli e ci aiuti a difendere la nostra dignità. Tu sei il Padre di ognuno di noi: benedicici, Padre. Amen”. Poi le persone senza fissa dimora si sono avvicinate spontaneamente al Papa per pregare insieme a lui mettendogli una mano sulla spalla, come aveva chiesto il cardinale Philippe Barbarin all’inizio: “La preghiera dei poveri per il Papa dei poveri”.