Giubileo
“Poveri sì, però che non si trascinano: questa è la dignità”. A declinare quest’ultima parola, come titolo onorifico di chi è senza casa, è stato il Papa, nel primo momento giubilare a loro dedicato, in attesa della Messa che celebrerà domenica mattina. “Cosa significa che la vita diventa bella – si è chiesto il Papa sulla scorta di una delle testimonianze risuonate dall’Aula Paolo VI – e come riusciamo a vederla bella anche nelle peggiori situazioni che voi vivete?”. “Questo significa dignità”, la riposta: “La capacità di trovare la bellezza anche nelle cose più tristi e più toccate dalla sofferenza”. “Poveri sì, però che non si trascinano; questa è la dignità”, ha sottolineato Francesco: “La stessa dignità che ha avuto Gesù, che è nato povero e ha vissuto da povero, la stessa povertà del Vangelo, la stessa degli uomini e delle donne che vivono del loro lavoro”. “Poveri sì, ma sfruttati no”, ha raccomandato il Papa a proposito di quest’ultima categoria. E ancora: “Lo so che molte volte avete incontrato persone che hanno voluto sfruttare la vostra povertà, usufruire della vostra povertà, ma so anche che questo sentimento di vedere che la vita è bella, questa dignità vi ha salvato dall’essere schiavi”. “Poveri sì, ma schiavi no!”, ha esclamato ancora Francesco.