Intervista

Papa a Scalfari: sui movimenti popolari, devono entrare nella “politica alta, creativa”

Il “popolo dei poveri” deve entrare nella politica: “Non nel cosiddetto politichese, le beghe per il potere, l’egoismo, la demagogia, il danaro, ma la politica alta, creativa, le grandi visioni. Quello che nell’opera sua scrisse Aristotele”. Lo ha detto il Papa, rispondendo a una domanda di Eugenio Scalfari, nell’intervista pubblicata oggi da “La Repubblica” sul recente incontro mondiale dei movimenti popolari. “Dovranno sostenere una guerra, sia pure politica, senza armi e senza spargimento di sangue?”, la domanda di Scalfari: “Non ho mai pensato a guerra ed armi”, risponde Francesco: “Il sangue sì, può essere sparso, ma saranno eventualmente i cristiani ad essere martirizzati come sta avvenendo in quasi tutto il ondo ad opera dei fondamentalisti e terroristi dell’Isis, i carnefici. Quelli sono orribili e i cristiani ne sono le vittime”. “non è questo tipo di conflitti che i movimenti popolari cristiani portano avanti”, incalza il Papa: “Noi cristiani siamo sempre stati martiri, eppure la nostra fede nel corso dei secoli ha conquistato gran parte del mondo. Certo ci sono state guerre sostenute dalla Chiesa contro altre religioni e ci sono state perfino guerre dentro la nostra religione. La più crudele fu la strage di San Bartolomeo e purtroppo molte altre analoghe. Ma avvenivano quando le varie religioni e la nostra, come e a volte più delle altre, anteponevano il potere temporale alla fede e alla misericordia”. “Senza il potere non si vince”, la tesi di Scalfari. “Lei dimentica che esiste anche l’amore. Spesso l’amore convince – sottolinea Francesco – e quindi vince anche quanti siamo ora. I cattolici sono un miliardo e mezzo, i protestanti delle carie confessioni ottocento milioni; gli ortodossi sono trecentomila, poi ci sono le altre confessioni come anglicani, valdesi, coopti. Tutti loro compresi, i cristiani raggiungono i due  miliardi e mezzo di credenti e forse più. Ci sono voluti armi e guerre? No. Martiri? Sì, e molti”. Poi il ritorno alla politica: “Io mi guardo bene dal chiedere il martirio a chi si cimenterà ad una politica orientata verso i poveri, per l’uguaglianza e la libertà”, precisa Francesco: “Questa politica è cosa diversa dalla fede e sono molti i poveri che non hanno fede. hanno però bisogni urgenti e vitali e noi dobbiamo sostenerli come sosterremo tutti gli altri. Come potremo e come sapremo”.