I vescovi filippini contestano oggi la decisione della Corte suprema che consentirà di seppellire il feretro del dittatore Marcos nel “cimitero degli eroi” di Manila (Libingan ng Mga Bayani), nonostante le numerose petizioni popolari contro la decisione del governo. “La sepoltura è un insulto e una presa in giro alla nostra lotta per riportare la democrazia nel Paese – ha affermato l’arcivescovo Socrates Villegas, presidente della Conferenza episcopale delle Filippine -. Siamo perplessi, feriti e molto addolorati”. Secondo il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte questa decisione porterà “guarigione” tra i filippini ma i vescovi ritengono invece che non contribuirà alla pace e all’unità nel Paese. “La giustizia – ha precisato monsignor Villegas – richiede il riconoscimento del male fatto alle persone e la restituzione alle vittime”. Dalla sua morte nel 1989 c’è stata sempre una forte opposizione alla sepoltura di Marcos nel “cimitero degli eroi”, a causa degli abusi e delle violazioni dei diritti umani commesse durante gli anni della legge marziale. I vescovi ricordano che il dittatore ha torturato e ucciso molte persone: “Ha tolto a molti poveri anche l’essenziale, mentre la famiglia e i compari si arricchivano – ha precisato il vescovo -. Noi non dimentichiamo” e “non permetteremo che questo accada nelle future generazioni, perché non si ripeta più la mano dura dell’oppressione”. Questa decisione, ha ribadito, “è un altro passo per costruire la cultura dell’impunità nel Paese. Marcos non è un eroe! E non dovrebbe essere presentato come tale”.