Uno sport che diventa percorso per la vita di chi lo pratica e per fare ciò si serve, in primis, del rispetto delle regole. Nasce da qui l’idea del Centro sportivo di Reggio Calabria, condivisa con il Coordinamento regionale del Csi Calabria, di promuovere il classico stage arbitri a Gambarie d’Aspromonte. Sessanta corsisti da tutta la regione hanno condiviso un week end formativo con i professionisti del centro nazionale del Csi, Carmine Di Pinto, Alessandro Armellino e Cristiano Nicosia. Un training che è iniziato assieme al presidente della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, Nico D’Ascola, ordinario di diritto penale e senatore. “La giustizia che educa” è stato il tema del confronto alla presenza anche del direttore dell’Area sviluppo del Sud del Csi, Salvatore Maturo. “La giustizia per educare deve essere in grado di determinare un orientamento culturale all’interno della società”, ha spiegato D’Ascola. “L’arbitro – ha affermato Paolo Cicciù, presidente provinciale Csi e promotore dell’incontro – ha un ruolo di garante dell’equità”. A tal proposito, è emersa la buona prassi del Centro sportivo italiano relativa alle pene alternative alle squalifiche, ossia la possibilità di “scontare in attività di volontariato le sanzioni disciplinari che superino i tre turni di inibizione”, come ha ricordato il responsabile della Commissione giudicante del Csi, Carmine Di Pinto. Durante l’incontro sono stati consegnati i fischietti a tre ragazzi della Comunità ministeriale di Reggio Calabria che, nelle more del protocollo operativo “Le Regole del Gioco” con il garante dei detenuti reggino, inizieranno la loro attività da direttore di gara nei campionati giovanili del Csi.