“L’umanesimo cristiano è questione di stile. Lo stile di Dio, che è un ‘Dio per l’uomo’”. Ne è convinto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che questo pomeriggio ha aperto il ciclo annuale di conferenze promosse dalla Pontificia Università Gregoriana sul tema: “Chiamati a vivere l’umanesimo cristiano”. “La verità dell’uomo e l’umanesimo cristiano – la tesi di fondo della relazione, dal titolo “Un Dio per l’uomo”, sulla scia delle parole pronunciate dal Papa, un anno fa, al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze – devono riprodurre la forma dell’esistenza di Cristo, intesa essenzialmente come un ‘esserci-per-gli-altri’, cioè come essere-in relazione gratuita e responsabile”. “Sta qui il fondamento dell’umanesimo cristiano che veniamo invitati a vivere”, ha proseguito Galantino: un umanesimo “prismatico”, dove “solo dall’insieme dei volti concreti, di bambini e di anziani, di persone serene o sofferenti, di cittadini italiani e d’immigrati venuti da lontano, emerge la bellezza del volto di Gesù”. Tra le “scelte concrete” che l’umanesimo cristiano deve accettare, “il partire dall’ascolto del vissuto, riconoscendo la bellezza dell’umano ‘in atto’, pur senza ignorarne i limiti: il privilegiare un umanesimo incarnato, capace di riconoscere i bisogni anche meno manifesti e di immaginare azioni di risposta adeguate, non ossessionate dall’efficienza ma capaci, se necessario, di eccedere persino la domanda; coltivando e salvaguardando gelosamente un umanesimo di interiorità e di trascendenza, innervato da espressione d’incontro orante, di preghiera personale e comunitaria, di ‘affaccio’ rispettoso sull’alterità di Dio e dell’altro uomo”.