
“La prassi della cremazione si è notevolmente diffusa in non poche nazioni, ma nel contempo si sono diffuse anche nuove idee in contrasto con la fede della Chiesa”. È la constatazione di partenza dell’Istruzione della Congregazione per la dottrina della fede “Ad resurgendum cum Christo”, diffusa oggi per “ribadire le ragioni dottrinali e pastorali per la preferenza della sepoltura dei corpi” ed “emanare norme per quanto riguarda la conservazione delle ceneri nel caso della cremazione”. Non è la prima volta che la Chiesa si esprime su una materia delicata e spesso controversa come quella della creazione, si precisa nell'”incipit” del documento, in cui si cita l’Istruzione “Piam et constantem” del 5 luglio 1963, dove l’allora Sant’Uffizio ha stabilito che “sia fedelmente mantenuta la consuetudine di seppellire i cadaveri dei fedeli”, aggiungendo però che “la cremazione non è di per sé contraria alla religione cristiana e che non siano più negati i sacramenti e le esequie a coloro che abbiano chiesto di farsi cremare, a condizione che tale scelta non sia voluta come negazione dei dogmi cristiani, o con animo settario, o per odio contro la religione cattolica e la Chiesa”. “Questo cambiamento della dottrina ecclesiastica – si ricorda nel documento di oggi – è stato poi recepito nel Codice di Diritto Canonico (1983) e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (1990)”.