Diritti umani: Raimondi (Cedu), “se l’Europa non si dimostrasse all’altezza della sfida delle migrazioni mancherebbe al suo compito storico”

“Senza l’orrore della Shoah forse non ci sarebbe stata una presa di coscienza tale da dar luogo alla Carta europea dei diritti dell’uomo e alla relativa limitazione di sovranità in favore della Corte europea dei diritti dell’uomo chiamata a vigilare su di essi”. Lo ha detto il presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) Guido Raimondi, intervenendo stasera alla cerimonia del premio “Diritti umani”, intitolato alla memoria del giudice costituzionale Maria Rita Saulle, giunto all’ottava edizione e organizzato dall’Istituto San Pio V, presieduto da Antonio Iodice. “Oggi, 70 anni dopo – ha detto Raimondi, conversando a margine della manifestazione -, se l’Europa non si dimostrasse all’altezza della sfida delle migrazioni mancherebbe al suo compito storico. Ricorsi non sono ancora arrivati. Attendiamo. Ma le norme sono chiare. Anche quando si tratta di migranti irregolari, i cosiddetti ‘clandestini’, hanno diritto a un trattamento rispettoso della dignità umana”. Circa invece l’accertamento dello status di rifugiati, ha spiegato, “la Corte riconosce la legittimità del trattenimento, ma solo per il tempo strettamente necessario all’accertamento stesso, altrimenti si tratterebbe di ingiusta ‘retenzione'”. Su tutta queste problematiche, ha assicurato Raimondi, “la Corte vigilerà con attenzione, in particolare per quanto concerne la delicatissima problematica dei minori non accompagnati”.
Il presidente della commissione giudicatrice, Giuseppe Tesauro, si è soffermato sui contenuti della tesi vincitrice del premio, opera del dottorando Giuliano Sereno. “Come ex presidente della Corte Costituzionale ho scelto di non intervenire nel dibattito in corso sulla riforma. Ma certo – ha detto – proprio questa drammatica emergenza dei migranti riporta alla luce la straordinaria attualità e freschezza della nostra Costituzione, che mette al centro la dignità della persona umana. Pur senza citare l’insegnamento della Chiesa ne fa, in tal modo, l’aspetto centrale”.

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