"La novità più grande nella pneumatologia attuale non consiste infatti solo nel trovare finalmente un accordo sul Filioque, ma nel ripartire dalla Scrittura in vista di una sintesi più ampia e con uno spettro di domande più ampio e meno condizionato dalla storia passata", ha chiarito padre Cantalamessa. Da questa rilettura, "è emerso un dato preciso: lo Spirito Santo, nella storia della salvezza, non è solo inviato dal Figlio, ma anche inviato sul Figlio; il Figlio non è solo colui che dà lo Spirito, ma anche colui che lo riceve". Ma come concepire questa reciprocità tra il Figlio e lo Spirito Santo nell’ambito trinitario? È questo "il campo che si apre alla riflessione attuale della teologia dello Spirito. La cosa incoraggiante è che in questa direzione si stanno muovendo insieme, in un dialogo fraterno e costruttivo, teologi di tutte le grandi Chiese cristiane: ortodossa, cattolica e protestante". Anche se non possiamo chiamare Dio "Padre dello Spirito", possiamo chiamarlo "Padre nello Spirito"; e così non possiamo chiamare il Figlio "Figlio dello Spirito", ma "Figlio nello Spirito". Emerge da ciò tutto "un modo nuovo di concepire i rapporti trinitari. Il Verbo e lo Spirito procedono simultaneamente dal Padre". Dunque, "Figlio e Spirito Santo non vanno visti uno dopo l’altro, o uno accanto all’altro, ma ‘uno nell’altro’". (segue)