Legalità

Cardinale Sepe: ai camorristi, “Pentitevi! Lasciate la strada della perdizione”

“Basta” con “le morti innocenti. Una strage, una guerra che si combatte ogni giorno in tante realtà del nostro territorio. In tanti casi c’è l’errore umano, ma quasi sempre dietro a queste vite spezzate c’è la scelleratezza dell’uomo!”. Lo ha detto, ieri sera, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nella Messa celebrata nella basilica di Santa Restituta al duomo per tutte le vittime innocenti. “Sarà l’alcol, sarà la droga, sarà la negligenza, sarà la spregiudicatezza, ma troppo spesso alla base del crimine c’è l’istinto violento, la volontà a delinquere, la vocazione alla prepotenza, il delirio di grandezza e di forza, la sete di sangue e di morte”, ha denunciato il cardinale, che si è chiesto: “Dove sono finiti i valori della vita, della convivenza, dell’appartenenza alla stessa famiglia umana?”. In molti casi, ha notato, “prevalgono il cinismo, la brutalità, la bestialità. E in una società che corre velocemente, distratta e assorbita dal vortice complesso della vita quotidiana, dominata dai problemi del singolo, condizionata dall’egoismo, dall’individualismo e dall’indifferenza, sembra che ci si abitui a tutto, anche alle tante morti di gente innocente che si susseguono con modalità e per cause diverse”.
“Contro questo rischio immenso e infame vogliamo, anzi dobbiamo, gridare con forza: per carità di Dio fermiamoci a riflettere sul significato della nostra esistenza, sul valore della dignità dell’uomo, sulla bellezza della vita e sulla grandezza e preziosità del dono che Dio ci ha fatto”. E a chi ha scelto la strada della delinquenza e della criminalità il cardinale Sepe ha detto: “Pentitevi! Lasciate la strada della perdizione! Pensate ai vostri figli e ai vostri cari, che spesso pagano un prezzo troppo alto per colpa vostra. Ricordate che esiste anche per voi la misericordia di Dio! E a quei giovani che, per rincorrere falsi idoli, per dimostrare forza e potenza, per brama di danaro, stanno sprecando gli anni più belli della propria esistenza, dico con cuore di padre: siete ancora in tempo per cambiare, la strada imboccata è senza futuro, rischiate di essere uccisi e con voi, magari senza colpa alcuna, anche vostri familiari”. Di qui l’invito forte: “Arrendetevi! Non c’è disonore; anzi ravvedersi significa comportarsi da uomini veri, significa far prevalere lo spessore morale, significa salvare la propria vita e quella degli altri, significa non marcire nelle carceri”. E il suggerimento: “Presentatevi a Cristo, senza clamore ma con cuore dolente. Comportatevi da uomini liberi. Deponete le armi della violenza. La vostra non sarebbe una resa ma la vittoria sul male”.