Francia: proposta di legge sul fine vita oggi in Senato. Chiesa cattolica, “nessuna vita umana è inutile”

Oggi in Francia il Senato esamina in seconda lettura la proposta di legge sul fine vita redatta dai deputati bipartisan Lean Leonetti e Alain Claeys che prevede una serie di nuovi diritti per i malati terminali tra cui una “sedazione profonda e continua”. In vista di questo importante appuntamento, il gruppo di lavoro sul “Fine vita” istituito dalla Conferenza episcopale francese e guidato dal vescovo di Rennes Pierre d’Ornellas ha diffuso una dichiarazione in cui si torna a ribadire che “nessuna vita umana è e non può essere dichiarata inutile”. Nella dichiarazione si fa notare come il dibattito e il processo legislativo sul fine vita siano stati segnati da due vicende che hanno particolarmente colpito l’opinione pubblica: da una parte il caso di Vincent Lambert, il giovane tetraplegico francese al centro di una controversia tra i suoi parenti, divisi sulla decisione di sospendere l’alimentazione forzata e così praticamente condannarlo a morte. E dall’altra la vicenda del medico francese Nicolas Bonnemaison, accusato di aver praticato l’eutanasia attiva avvelenando sette persone in fin di vita per abbreviare la loro agonia. “Questi casi – scrive il gruppo di lavoro della conferenza episcopale – mostrano ancora una volta di più che la nostra società deve ancora capire come vivere a fianco delle persone in estrema fragilità, in particolare dei nostri anziani in fine vita”. Gli esperti dei vescovi francesi sottolineano nella dichiarazione la “deficienza francese nell’accesso alle cure palliative” che richiede “uno sforzo serio” perché “queste cure si sviluppino su tutto il territorio francese” dagli ospedali ai domicili. E ribadiscono che “la nutrizione e l’idratazione, anche quando sono somministrate in modo artificiale, rimangono bisogni di base necessari alla vita” e pertanto “non possono essere arrestati se provocano in loro stessi un danno alla salute”. Riguardo infine alla sedazione profonda e continua fino al decesso, l’equipe della conferenza episcopale fa notare che essa è già prescritta e amministrata “caso per caso” e che spetta al giudizio medico verificare che i requisiti richiesti siano presenti perché questo trattamento di ultima istanza sia prescritto”.” “