Chiesa

Fondazione Ratzinger: p. Borrell (Carm. Scalzi), Teresa d’Avila antidoto a “società malata di apparenza”

(dall’inviata Sir a Madrid) – Santa Teresa come antidoto, cinque secoli prima, alla “società malata di apparenza”. A tracciare un identikit della sorprendente attualità di Teresa di Gesù è stato oggi padre Augustì Borrell, vicario generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, all’apertura della seconda giornata del Convegno organizzato dalla Fondazione vaticana Ratzinger- Benedetto XVI all’Università Francisco de Vitoria di Madrid. Al centro del modo di pregare di Teresa, ha detto il relatore, c’è “l’occhio interiore”, e la sua biografia è “in movimento continuo: Teresa pone domande, è in contatto continuo con molte persone, impara a prendere decisioni, prende molti appunti, riempie migliaia di carte con la stessa velocità con cui noi oggi mandiamo un messaggio elettronico o un WhatsApp”. “A questo dinamismo della vita esteriore – ha fatto notare Borrell – corrisponde tutto un mondo di esperienza personale interiore, un’intensissima vita spirituale che dà forma a tutte le sue attività”. Non a caso la santa di Avila “parla della persona umana come un castello con molte stanze, dove però il vero tesoro è la stanza in cui c’è Dio solo e il suo perdono incondizionato”.
È il tratto agostiniano della spiritualità teresiana, che “ha influito su tutta la sua formazione”. Di qui l’attualità della denuncia di Teresa: “Il problema – ha detto Borrell parafrasandone il pensiero – è che viviamo all’esterno, distratti da molte attrattive che ci disorientano. Passiamo la nostra vita all’esterno del castello, in una società malata di apparenza”. L’antidoto ad “uno stile di vita superficiale e banale”, la risposta di Teresa, è la consapevolezza che “possiamo aspirare a molto di più, tramite la relazione con Dio, dove c’è pienezza e felicità”.