"Non ho fatto altro che riprendere le domande che si fanno il popolo, gli esperti e recentemente anche l’amministrazione comunale". Monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, confida al Sir (clicca qui) di "essersi stupito" del clamore suscitato dalle sue parole nell’omelia per la commemorazione dei defunti, al cimitero di Acerra, quando ha chiesto garanzie per la salute del popolo che gli è stato affidato. Monsignor Di Donna aveva anche chiesto di dialogare su questi temi, senza chiudersi in estremismi pericolosi. Eppure, si è ritrovato, suo malgrado, sotto i riflettori. "Suppongo ci dice che ci sia qualcos’altro dietro. È un attacco a una Chiesa che si vuole resti in silenzio. Ma questo non è possibile: noi vescovi campani, negli ultimi due anni, abbiamo scritto due messaggi sulla questione ambientale e lo scorso 27 settembre abbiamo celebrato ad Aversa la Giornata del creato. C’è stata una reazione un po’ sproporzionata alle mie parole che non coglie la vera questione: quale futuro per Acerra? Sembra quasi che ci vogliano dire: avete l’unico inceneritore della Campania, così deve andare". Ma così il rischio è "la rassegnazione". Le sue, quindi, "sono preoccupazioni di un pastore. Mi hanno fatto passare per un capo popolo, ma io parlo perché sono pastore e lo faccio in linea con il Papa e i vescovi della Campania".