"Dal deserto materiale ed esistenziale in cui si vive, si leva il grido delle moltitudini che chiedono pane, futuro, giustizia. I nostri giovani, soprattutto, chiedono di essere sfamati di speranza. È questione di vita o di morte! Se non rispondiamo noi, discepoli e testimoni di Cristo, altri sono pronti a irretirli nelle maglie dell’illegalità e della violenza, fino a soffocare la loro dignità umana e sociale". Lo ha detto stamattina il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nell’omelia per l’ordinazione episcopale di monsignor Salvatore Angerami, terzo vescovo ausiliare di Napoli. "Contro il pericolo dei lupi rapaci sempre in agguato per devastare il gregge degli affamati e degli sbandati ha osservato il porporato -, il vescovo, buon pastore, guida e insegna al popolo a cibarsi dei pascoli ubertosi dei sacramenti, della Parola di Dio, della carità fattiva che si esprime nella condivisione e nella solidarietà con tutti i poveri". Di fronte a "questi nostri fratelli e sorelle che brancolano nel buio, che si sentono soli e scoraggiati", ha chiarito, "non possiamo limitarci ad affacciarci dalla finestra e a guardare dall’alto, in lontananza, forse da una posizione di privilegio. Sarebbe la negazione del nostro impegno e della nostra responsabilità di cristiani e di inviati a proclamare il Vangelo della carità ai fratelli affamati". (segue)” “