Il 18 ottobre 1978, anniversario del rastrellamento del 1943 nel ghetto di Roma, "alla notizia dell’elezione di un papa polacco gli ebrei romani e del mondo sono stati attraversati da un brivido", rammenta Di Segni. Per loro era valida l’equivalenza Polonia-antisemitismo: "generalizzazione incauta ma diffusa, poi ribaltata dai fatti". Quanto alla visita di Wojtyla in Israele, il rabbino capo di Roma la ricorda come "un successo" a differenza di quella, "drammatica", di Paolo VI. E conclude: "In quel momento la classe dirigente in Vaticano era polacca. Anche la classe dirigente ebraica era costituita da polacchi: la cosiddetta polish connection".