Nelle ultime settimane migliaia di persone hanno protestato in piazza a Tel Aviv e di fronte al parlamento a Gerusalemme, e non è mancata neanche la reazione dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Israele è tra i paesi firmatari della Convenzione di Ginevra che proibisce di applicare sanzioni contro i richiedenti asilo, sebbene immigrati illegalmente. "Il governo israeliano dichiara padre Neuhaus avrebbe la possibilità di distinguere tra rifugiati e migranti in cerca di lavoro. Ma ciò non accade: i richiedenti asilo sono spesso trattati come tutti gli altri, senza che nessuno verifichi se hanno effettivamente diritto allo status di rifugiati". Peraltro, prosegue il religioso, pochissime richieste vengono approvate e soltanto dopo lunghe attese. Attualmente in Israele i richiedenti asilo sono circa 53mila, in maggior parte da Eritrea e Sudan. Oltre 40mila di loro sono cristiani, perlopiù ortodossi. "La quasi totalità dei rifugiati avrebbe preferito chiedere asilo in Europa spiega padre Neuhaus ma le frontiere dell’Unione sono chiuse ai rifugiati provenienti dall’Africa. Nel frattempo anche Israele ha costruito una barriera che in pratica impedisce ai rifugiati di entrare nel Paese".