"Soprattutto guardando ai giovani una simile decisione suscita gravi perplessità: perché va ad incoraggiare una tendenza che non contribuisce in nulla a costruire personalità libere, adulte, socialmente responsabili; ma va piuttosto nella direzione di rendere facili e accessibili quelle ‘culture dello sballo’ di cui poi si constatano a ogni livello e in ogni ambito gli effetti negativi". Manifesta "preoccupazione" una nota della Curia arcivescovile di Torino per il pronunciamento, a maggioranza, del Consiglio comunale di Torino, circa la "liberalizzazione" delle cosiddette droghe leggere. Pur non avendo il provvedimento votato dal Consiglio comunale di Torino alcun valore normativo, "è importante sottolineare si legge nel comunicato della Curia – che le ‘priorità’ – politiche, economiche, culturali e sociali – della vita civica oggi sono altre, e diverse da queste esaltazioni dei cosiddetti ‘diritti individuali’". Insomma, occorrerebbe "dare diritto di cittadinanza e rilevanza mediatica ai problemi educativi delle famiglie e delle persone che spesso si trovano ad affrontare questioni molto serie e complesse per educare i propri figli e se stesse alla legalità, all’impegno personale, allo studio, al lavoro che non c’è, contro la precarietà che stronca ogni progettualità". (segue)