"Siamo in attesa e con il fiato sospeso. Il tempo del dialogo è scaduto. Il popolo è sceso in piazza e non se ne andrà fino a quando il presidente non rassegnerà le sue dimissioni come stabilito nell’ultimatum dell’esercito". Con queste parole monsignor Adel Zaky, vicario apostolico di Alessandria d’Egitto, descrive al Sir l’atmosfera che si respira oggi in Egitto a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum di 48 ore che l’esercito ha dato al presidente Morsi per risolvere la crisi. Ultimatum rifiutato da Morsi che, in un discorso alla nazione nella serata di ieri, si è detto pronto a dare la vita per difendere la legittimità costituzionale e a lavorare per la riconciliazione nazionale. "Il tempo è scaduto ripete mons. Zaky -, il popolo è sceso in piazza e non se ne andrà fino a quando il presidente non rassegnerà le sue dimissioni". Il rischio di scontri tra le opposte fazioni è "quanto mai concreto e con esso, purtroppo, anche lo spargimento di sangue. I sostenitori di Morsi – aggiunge il vicario – si stanno preparando con armi e piani organizzati anche se l’esercito sta vigilando e non permetterà che vi siano scontri armati". (segue)” “