"’Padre Samuel’, sacerdote della diocesi di Pistoia, di nome Luciano Viti, e ‘sorella Michea’, al secolo Francesca Colognori, per addebiti circa errori riguardanti la fede e la dottrina professati dalla Chiesa cattolica e perseverando in essi, nonostante i richiami del proprio Ordinario, sono incorsi nella censura ecclesiastica della scomunica ‘latae sententiae’, prevista – nel caso dal Codice di Diritto Canonico". Lo rende noto la diocesi di Modena-Nonantola, a seguito dell’inaugurazione del cosiddetto "monastero di Serpiano", in località Serpiano di Riolunato, da parte dei due. "Ciò prosegue l’arcidiocesi comporta alcune conseguenze canoniche, tra le quali la proibizione all’esercizio del ministero sacerdotale nell’ambito sacramentale, liturgico e pastorale". La Chiesa modenese chiede ai sacerdoti, in particolare ai parroci, di non "mettere a disposizione del detto sacerdote luoghi e strutture di proprietà della parrocchia e/o di enti ecclesiastici", nonché di avvertire i fedeli, "ravvisandone l’opportunità", esortandoli "a disertare eventuali celebrazioni o riunioni promosse dal medesimo". "Qualora un battezzato nella Chiesa cattolica aderisse ‘formalmente’ alla dottrina e al modo di vita del suddetto sacerdote conclude la nota si porrebbe fuori dalla comunione ecclesiale, incorrendo nella censura della ‘scomunica’ e delle conseguenze canoniche previste dalla legge ecclesiastica".” “