TERRA SANTA: BEER SHEEBA, MESSA IN RIFUGIO. LA TESTIMONIANZA DI DON SALVATERRA (2) ” “” “

"La nostra comunità sta vivendo questi giorni con ansia certamente ma anche con la speranza che presto tutto finisca e che, israeliani e palestinesi, si possa tornare a vivere senza paura". A soffrire sono soprattutto i bambini. Spiega don Salvaterra: "i bambini sanno quello che sta accadendo, lo apprendono dai genitori, dagli amici. Ciò che cerchiamo di fare è farli sentire protetti, ascoltare le loro paure. Spesso vengono qui per la messa e sentono il bisogno di raccontare ciò che è successo, cose come le corse a notte fonda nei rifugi, dopo l’allarme". Dalla comunità cattolica ebreofona di Beer Sheeba filtrano anche diverse testimonianze come quella della piccola Salma: "la situazione non è normale. Dopo tre anni e mezzo gli abitanti non sono abituati alla frequenza del suono delle sirene come in questi giorni. Le scuole sono rimaste chiuse e noi bambini siamo in qualche modo felici per questo ma i nostri genitori soffrono ed hanno paura per noi. Noi continuiamo a pregare". Quella preghiera che ispira apertura ed accoglienza: "il messaggio che le nostre comunità cattoliche di espressione ebraica possono veicolare nella situazione che viviamo è quello di apertura all’altro, israeliano e palestinese. Abbiamo bisogno di apertura e di accoglienza e per questo – conclude il sacerdote – leviamo le nostre voci per la pace e la calma nel Sud e per tutti coloro che soffrono".” ” ” “

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